EP “LUCE RIBELLE DELL’ALBA”
Luce ribelle dell’alba, questo il titolo del mio secondo e tanto desiderato Ep, che da subito ne svela il temperamento energico e prorompente e si palesa come un inaspettato presagio del mio agire durante la sua stessa realizzazione.
L’intento è quello di “vestire di luce” il concetto di ribellione, rendendolo sinonimo di azione vibrante dall’accezione positiva, diversamente da come spesso viene interpretato, ossia strettamente legato ad aggressività e violenza. Ribellarsi agli ostacoli imposti da condizioni che non abbiamo scelto, ribellarsi alle sovrastrutture, alle pressioni esterne e alle nostre fragilità diventa così il leitmotiv di questo progetto che si manifesta e vuole operare attraverso leggiadri passi di danza; atmosfere dai toni distesi, delicati ma anche giocosi; sonorità acustiche, naturali, retrò e al tempo stesso contemporanee; pennellate di eleganza e passionalità, autoaffermazione e riflessione. Il contesto musicale scelto è quello Pop intriso di contaminazioni stilistiche derivanti da diverse forme artistiche quali la musica, la danza, il teatro, il cinema, il circo, la pittura e la grafica dell’epoca.
La mia anima da avventuriera curiosa e sognante, anche questa volta ha infatti sentito l’esigenza di preparare le valigie. Questo non è soltanto un viaggio secondo latitudine e longitudine, e più precisamente verso la Francia, attraverso le suggestive strade di Parigi… questa vuole essere un’esperienza sonora che abbia come meta il periodo storico di grande sconvolgimento culturale, compreso tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, che tra luci ed ombre ne trae ispirazione, la meravigliosa “Belle Epoque”, e uno spazio temporale che si prolunga fino ai primi anni ’30 del secolo.
Questo periodo si caratterizza sia per il suo aspetto estetico, volto all’irresistibile fascino della bellezza, concepita attraverso eleganza, sensualità e naturalismo, che per quello concettuale in cui spicca la positività e la grandiosità di un nuovo modo di intendere la vita, che si concretizza attraverso la proiezione verso il futuro e la libertà d’espressione in tutti i campi artistici. Questi aspetti mi hanno molto colpita nella loro declinazione al femminile e in ambito creativo e così ho voluto definire un legame tra questa epoca iconica e la nostra contemporaneità, le mie esperienze e vedute personali, evidenziandone, attraverso i testi delle canzoni, analogie, differenze e correlazioni.
Una donna che ha l’intelligenza di fermarsi, l’umiltà di scavare in profondità per capire, il coraggio di mettersi in discussione e spogliarsi dai pregiudizi, lottando per scardinare retaggi culturali millenari e poi lasciandosi alle spalle la pioggia per dare spazio alla luce dell’alba, ha la reale necessità di mettersi a nudo, liberarsi e rinascere dalle proprie ceneri semplicemente nella sua essenza.
Una donna affascinata dalla seduzione ma con la capacità di smascherarne l’atteggiamento manipolatorio, gli inganni e l’autodistruzione che ne può conseguire, ha consapevolezza del mondo, del bene e del male e sa scegliere per sé stessa.
Una donna che volge lo sguardo ai propri sogni con meraviglia, nonostante il trascorrere del tempo e le molteplici difficoltà, possiede fiducia in sé stessa, grande determinazione e amore autentico per il palcoscenico.
Una donna che in uno stato depressivo e di smarrimento a causa dei tanti ostacoli generalisti imposti dalla società, si impegna a non rassegnarsi e a prendere in mano il proprio futuro, ritrovando il motore della vita nella leggerezza e follia dell’io bambino, può sicuramente ambire al raggiungimento della propria felicità.
Ogni donna è e può scegliere di essere tutto questo.
Attraverso le mie canzoni vorrei sottolineare quanto ognuna di noi abbia grandi potenzialità per esprimere sé stessa, scatenare una rivoluzione, irradiando positività e bellezza contagiosa per l’umanità.
“Domatori di fantasia”: un elegante cilindro da showman dal quale vengono estratti frammenti di persuasione e illusione con lo scopo di suggestionare e controllare la mente degli spettatori e le loro emozioni più inconsce. In altre parole, per necessità d’espressione e ribellione, questa canzone spoglia la manipolazione psicologica delle masse dalle sue vesti più affascinanti e insospettabili. Una marcetta in stile circense dai toni chiaro scuri, che raggiunge un climax di affanno e autodistruzione per simulare metaforicamente la vana rincorsa alla felicità, alla quale è stata data vita agli inizi del ‘900 con l’avvento del progresso e che sempre più contamina gli uomini del nostro tempo.
“Madame Paris” è un “quadro impressionista” di fine ’800, una “pellicola cinematografica” ambientata nello splendore della Parigi della Belle Epoque, un valzer francese dalle sonorità eleganti e suggestive che vuole rapire e travolgere di bellezza. Questo brano esprime le vivide percezioni di una ballerina che attraverso il palcoscenico, rivendica il proprio passato e colma l’anima dell’amore del suo pubblico. Storia, arte, fascinazione e sogno si intrecciano morbidamente con il fine di ricreare sensazioni di piacevole evasione e fanciullesca purezza, caratterizzanti il sentire più intimo degli artisti.
“Nuda da magie di Venere” si spoglia da complesse catene ancestrali e subdoli giudizi tossici che minacciano l’indipendenza di pensiero e la luce dell’anima che accende l’autostima e stimola il raggiungimento dei propri obiettivi. La melodia è arricchita di suoni e parole che fanno riferimento alla natura con l’intento di trasmettere autenticità e semplicità, spontaneità, leggerezza, armonia e bellezza, e se ne serve per sottolineare il concetto di crescita interiore ed evoluzione delle emozioni. L’ispirazione deriva dal movimento artistico e filosofico “Art Nouveau”. Esso segue il principio della riformazione della vita e prevede infatti il ritorno allo stile naturalistico, applicabile a tutte le arti e alla quotidianità delle persone.
Inizialmente “Sotto un cielo di corallo” descrive il senso di smarrimento e depressione che consegue alla condizione nella quale la società e/o il nostro stesso inconscio ci fanno spesso sentire, ossia l’essere finiti, esclusi, l’esser giunti appunto al tramonto delle nostre possibilità. In seguito, viene invece invertita la prospettiva delle cose: emerge la nostra voce interiore che riportandoci a sensazioni primordiali, allontana quello stato di amara passività favorendo un’immediata reazione positiva. Attraverso un arrangiamento country swing dalle sfumature frizzanti e giocose, viene dato spazio al cuore e all’istinto dell’Io bambino in cui ritrovare la motivazione, la determinazione, il fuoco che spinge a lottare per i propri sogni.
CREDITS:
Voce, cori, testi, produzione artistica ed esecutiva: Greta Cominelli
Composizioni musicali brani, digital instruments, ambient sounds, chitarre, produzione artistica, arrangiamento brani “Madame Paris”, “Domatori di fantasia”, “Stella bianca nel blu”, “Nuda da magie di Venere”: Renato Caruso
Arrangiamento brano “Sotto un cielo di corallo”, pianoforte: Pino Di Pietro
Fisarmonica, sax: Antonio Rimedio
Vibrafono, percussioni: Rosario Ceraudo
Supervisione linguistica brano “Madame Paris”: David Browne
Produzione artistica, Mix, Mastering: Andrea Peligro – Blue Note Recording Studio (MI)
Vocal coach: Elena Bresciani
Edizioni musicali per tutti i brani: Bollettino Edizioni Musicali S.R.L.
Co-editore musicale brano “Madame Paris”: Musica Viva di Prandelli Sergio
Ufficio stampa, radio e comunicazione: Parole e Dintorni (Riccardo Vitanza, Lidia Vitrano, Federica Capra)
Assistenza legale: Avv. Patrizio Visco
Produzione fotografica: Greta Cominelli, Andrea Mutti
Fotografia: Andrea Mutti – Andrea Mutti Photography (BS)
Assistente alla fotografia: Eleonora Masneri
Make-Up: Barbara Locatelli
Set fotografico: Teatro Sociale (Brescia)
Assistenza tecnica teatro: CTB Centro Teatrale Bresciano
Grafica: Giuseppe Caruso
EP “TRA MARTE E VENERE”
Questo mio primo progetto inedito nasce a seguito di un intenso periodo di forti emozioni, intime riflessioni e importanti cambiamenti interiori. Attraverso le mie parole, il prezioso estro compositivo del chitarrista Renato Caruso e l’elegante gusto musicale del produttore artistico e arrangiatore Paolo Diotti, ho scelto di cantare al pubblico quel tempo del passato che è stato il più meraviglioso insegnamento per il futuro che avessi mai potuto desiderare.
Nuove consapevolezze mi hanno spinta a scegliere “Tra Marte e Venere” come titolo del mio Ep perché attraverso la simbologia di questi pianeti, a mio sentire affascinante e poetica, potessi esprimere al meglio il mio nuovo approccio a me stessa e alla vita. Esso gravita appunto tra due componenti opposte che trovano equilibrio e armonia nella loro complementarietà. Marte, il “pianeta di fuoco”, rappresenta passione, concretezza, impeto, determinazione, mascolinità mentre Venere, simbolo di empatia, bellezza, amore, creatività, sensibilità e delicatezza, è l’emblema della femminilità.
In questo mio percorso di consapevolezza e crescita, ho capito che l’arricchimento interiore e il benessere con sé stessi e gli altri derivano da una profonda e attenta conoscenza del sé, dalla lucida lettura delle proprie emozioni e dalla continua voglia di mettersi consapevolmente in gioco, in un’ottica di apertura e attraverso un pizzico di ognuna delle componenti che costituiscono la nostra persona. “Non ci manca nulla, dobbiamo solo sapientemente incastrare ogni prezioso pezzo del puzzle di noi stessi”.
Ho lasciato che energie, storie, ispirazioni ed emozioni varie e contrastanti rintracciate dentro me, si intrecciassero come fili tesi a comporre le trame dei testi delle canzoni e si contaminassero di suoni morbidi e leggeri, caldi, esotici, percussivi e incisivi, provenienti da culture vicine e lontane. Ho voluto ricreare atmosfere dai toni accesi ed energici, ma anche intimi e densi allo stesso tempo, parlando di emancipazione femminile, amore, pregiudizi sociali, relazioni tossiche e il rapporto con noi stessi.
“Dolci caleidoscopi” è un’avvolgente bossa nova dalle sonorità suadenti che parla di quanto le fragilità altrui possano spesso suscitare in noi attrazione e magnetismo, aprire le porte del nostro inconscio ma anche sottrarci alla nostra serenità. Questa riflessione diventa poi un’occasione positiva di viaggio, evoluzione e cura interiore attraverso la musica.
“Sirena in un secchio di vernice“, canzone dalle variegate ed eclettiche sfumature latineggianti, ha come protagonista una creatura mitologica di estremo fascino che rivendica la propria immagine storicamente legata alla lussuria, all’inganno e alla tentazione carnale facendosi invece messaggera di un inno alla lotta contro i pregiudizi e la negazione della libertà femminile; promuove autenticità, autoaffermazione, evasione ma anche valori come l’onestà, l’amore e la bellezza in tutte le sue forme.
“Lucciola scarica”, metafora di un’anima profondamente ferita, affronta in punta di piedi l’intimità e la drammaticità del “sublime” dolore scaturito da una relazione amorosa intrapresa con una persona affetta da disturbo narcisistico di personalità. Il “Fil Rouge” che lega vittima e carnefice si snoda su una melodia pop che si evolve in toccanti sonorità orchestrali.
“Trasparente” è una ballad pop che concede di evadere dalla fuorviante quotidianità e da un mondo che da noi pretende tutto fuorché la felicità. “E’ arrivato il tempo di lasciare spazio” al dialogo tra la nostra voce interiore e noi stessi. Pianoforte e archi “in equilibrio sulle nuvole” si fondono come in uno spaccato cinematografico senza tempo conferendo delicatezza e audacia a chi ha perso la luce e il coraggio di amarsi un po’ di più.
“Red Lipstick” è il mio piccolo ed umile tributo alla cultura musicale afroamericana, alle intriganti atmosfere Motown degli anni ’60, ’70 , alle mie influenze soul e rhythm and blues e soprattutto al temperamento forte, grintoso e coraggioso di quelle donne che lottano per la propria dignità. Ho scelto che vengano rappresentate dal profumo d’ambra, simbolo di libertà, seduzione, carattere e ovviamente dal rossetto rosso, emblema di emancipazione, fascino, potere e immortalità. “I’ll wear my red lipstick, to ride the world” (Indosserò il mio rossetto rosso per cavalcare il mondo).
CREDITS:
Composizione musicale, Chitarre, Cori: Renato Caruso
Voce, Testi: Greta Cominelli
Supervisione linguistica in “Red Lipstick”: Paul Lewington, Daniela Ferretti
Produzione artistico musicale, Arrangiamenti, All instruments, Registrazione, Mix: Paolo Diotti – PDT Studio MusicLab
Mastering: Roberto Romano – Os3 Mastering
Edizioni Musicali: Bollettino Edizioni Musicali
Ufficio stampa e comunicazione: Parole e Dintorni (Riccardo Vitanza, Emma Salioni)
Assistenza legale: Avv. Patrizio Visco
Produzione fotografica: Elia Paghera
Fotografia: Manuel Berlato
Art-Director & Stylist: Mirios
Hair Stylist: Stefania Ferrari
Make-Up: Alessia Barbetta
Set fotografico: Marta Cesaro
Grafica: Davide Danieli